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Sorge in corrispondenza con il Centro Sportivo Saini, all’interno del Parco Forlanini. Le murature portanti e la recinzione a sud sono in mattoni pieni, le pilastrature dei porticati in mattoni a vista, i solai e le strutture di copertura in legno, le scale esterne in legno. L’impianto planimetrico è quello tipico della cascina: uno spazio quadrangolare attorno al quale sono disposti gli edifici. Sul lato ovest si trova il porticato per il deposito degli attrezzi; sul lato nord, che è collegato al deposito, sono sistemate le abitazioni con il portone di ingresso che dà sulla via Corelli; sul lato est si trova la stalla e sul lato sud vi è un muro di cinta con un secondo ingresso e non sono più visibili le tracce di un rustico abbattuto negli anni ’70 del ventesimo secolo, che completava la disposizione degli edifici attorno alla corte.

1. L'origine del complesso

La costruzione appare per la prima volta nella carta del 1.600 del Claricio. Nel settecentesco catasto teresiano la cascina è costituita da un solo edificio in linea sulla strada per Treviglio: era l’unico edificio lungo la strada per Novegro. Si tratta del corpo oggi sito a nord, ed è quanto risulta dal recupero architettonico di una casa di campagna costruita a fianco a un oratorio coevo, intitolato a S. Giuseppe. 

2. Dall'800 verso l'oblio

Nell’ottocentesco catasto lombardo-veneto, due ali di stretti rustici si aggiungono all’edificio preesistente, formando una corte costruita su tre lati e chiusa a sud da una recinzione; all’interno della corte è visibile anche il fabbricato della stalla. Accanto al corpo più antico, si notano altri edifici ancora oggi siti nella zona che risultava essere una delle marcite più importanti della Lombardia. Accanto al corpo principale un oratorio, risalente al 1789, intitolato a san Giuseppe e utilizzato come abitazione per i salariati della cascina dopo che nel 1879 fu sconsacrato. Oratorio citato in documenti relativi alle visite pastorali come luogo di sosta e punto di riferimento religioso. Poi l’oblio.

3. Recupero negli anni '70

La struttura era infatti in uno stato di completo abbandono quando, nel 1958, il Comune rilevò da un privato l’area tra questa cascina e viale Forlanini per farne l’omonimo parco. La struttura era senza servizi, senza fogne, luce, riscaldamento. Negli anni Settanta nell’ala Ovest viene avviata un’attività di recupero grazie all’intraprendenza di un gruppo di persone che nel 1974 ottenne dal Comune l’uso di questa struttura per adibirla sia ad abitazione sia per uno scopo ben preciso: accogliere bambini in affido o in adozione. 

4. Pianeta Terra

Nel 2010 la cascina è stata conferita dal Comune di Milano a un fondo immobiliare. L’ala est è stata poi acquisita nel 2019 da Fondazione MDM per essere recuperata e destinata al progetto Pianeta Terra.